Foto: Complesso Museale: Purgatorio ad Arco,(Napoli)
La Chiesa disegnata dagli architetti ed ingeneri Giovan Cola Di Franco e da Giovan Giacomo Di Conforto, fu consacrata il 2 novembre del 1638 e recava il nome “ad Arco” dalla presenza di un arco posto all’incrocio tra via Tribunali, via Nilo e via Atri, simbolo dell’antico Sedile Montagna, fatto abbattere nei primi anni trenta del 1500 da Don Pedro de Toledo. La costruzione della chiesa posta su due livelli è arricchita da preziose simbologie mortuarie : la parte superiore rappresenta la dimensione terrena, il mondo dei vivi, mentre la parte inferiore con l’ipogeo, simboleggia la rappresentazione del Purgatorio, il mondo dei morti, con le fioche luci che illuminano gli ambienti. L’interno della chiesa in perfetto stile barocco, si apre con un’unica navata con cappelle laterali e un transetto ridotto, i quali mettono in luce i capolavori dell’arte napoletana, tra la pala d’altare della Morte di San Giuseppe di Andrea Vaccaro del 1650-1651 e la Morte di Sant’Alessio del 1661 ad opera di un giovanissimo Luca Giordano. Significativi sono i fregi allegorici che richiamano all’aldilà con il motivo di teschi ed ossa poste sul portale d’ingresso e nelle nicchie. I teschi bronzei adagiati su due pali di granito, a limite della strada, ricordano ai passanti di «rinfrescare» le anime del Purgatorio e di pregare per loro; sono spesso accarezzati dai viandanti in maniera scaramantica in segno di buon auspicio.
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