Foto: Complesso Museale Purgatorio ad Arco,(Napoli)
A Napoli, di pari passo, si sviluppo il rito delle anime pezzentelle, ossia quello delle capuzzelle: i teschi venivano adottati e curati dal popolo, con preghiere e devozione per ottenere benedizioni per la propria famiglia. Quindi, le donne dei quartieri, sceglievano la propria “capuzzella” tra i tanti teschi sparsi nelle catacombe, attribuendole un nome e un ruolo specifico. Poi la si sistemava su un cuscino ricamato, e la si lucidava e puliva, addobbandola con fiori e lumini. Dopo questa procedura, si pregava l’anima del morto, chiedendogli grazie e intercessioni durante i sogni, che erano l’unico modo per comunicare con il defunto.
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