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🥇👉 N° (1) ATTESTATO DI RICONOSCIMENTO DEL BLOG "Il Senso Dell'Esistenza.. ღ

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Lavoro in corso - WORK PROGRESS

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✠ Rosario Franco - La Fede 👈..

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La Fede👈 e la Spiritualità, ✠ non sono sintomi di religiosità,👈 ma è la consapevolezza della propria anima e dell'eterna esistenza..👈 "Rosario F."

"You are Welcome"

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Ognuno ha la sua spiritualità. Che la si ignori, si diventi atei, agnostici o puri razionalisti, la ricerca di un senso dell’esistenza, base di ogni tipo di spiritualità, è insita nell’uomo. È la consapevolezza intrinseca che vi è qualcosa che va oltre la materialità dell’esperienza fisica, supera ciò che si vede e si percepisce coi sensi. Come la crescita personale, anche quella spirituale è un percorso di tutta una vita, che si arricchisce di incontri, rivelazioni, intuizioni, fragilità come risorse, passi, anche incosci, che portano a qualcosa che è altro da sé. Un cammino, insomma, nella propria interiorità..♥

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"POST SUL BLOG"

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Il culto delle anime del Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Foto: Complesso Museale: Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Il culto delle anime pezzentelle, o delle anime del Purgatorio, per quanto possa apparire folcloristico, pagano o macabro, rimane una forte testimonianza di questo legame tra i vivi e i morti che solo Napoli sa accogliere e tramandare; un mondo dove le due dimensioni si incontrano e si parlano…

Il teschio di Lucia ‘a sposa.(Napoli)

Foto: Il teschio di Lucia ‘a sposa.(Napoli)

Lucia: la sposa più amata del Purgatorio Quanti bigliettini nel corso del tempo si sono accumulati davanti all’edicola ben adornata di Lucia, la celebre «pezzentella» che indossa il velo da sposa, la cui storia incanta e commuove tutti i turisti e visitatori. Molti devoti si recano da lei a chiedere grazie e intercessioni e in molti si preoccupano di lasciarle un biglietto come testimonianza del loro affetto, in cui raccontano in poche righe le loro pene sentimentali, il desiderio di trovare l’amore, alcune chiedono di trovar marito, altri pregano per la serenità familiare. Tra fiori e biglietti, Lucia ascolta in un religioso silenzio e interviene per alleviare le preoccupazioni terrene, divenendo l’oggetto di culto più amato delle anime del Purgatorio ad Arco; la sposa più fotografata di tutti i tempi. Molti la chiamano Principessa (per la presenza della coroncina posta sul velo) ma della sua biografia si sa poco. Si racconta che la giovane Lucia era prossima al matrimonio, e che sia morta prima di salire all’altare. Un’altra versione popolare, spiega che sia morta dopo lo sposalizio e che non avendo consumato l’unione matrimoniale, i suoi resti mortali, per rispetto sono stati conservati così come sono, con il velo da sposa. Nella stessa edicola sono conservati altri teschi, forse una coppia di sposi il cui triste destino gli ha inflitto la stessa sorte: per una brutta malattia morirono insieme, un giorno prima delle nozze, amandosi per l’eternità.

La Chiesa del Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Foto: Complesso Museale: Purgatorio ad Arco,(Napoli)

La Chiesa disegnata dagli architetti ed ingeneri Giovan Cola Di Franco e da Giovan Giacomo Di Conforto, fu consacrata il 2 novembre del 1638 e recava il nome “ad Arco” dalla presenza di un arco posto all’incrocio tra via Tribunali, via Nilo e via Atri, simbolo dell’antico Sedile Montagna, fatto abbattere nei primi anni trenta del 1500 da Don Pedro de Toledo. La costruzione della chiesa posta su due livelli è arricchita da preziose simbologie mortuarie : la parte superiore rappresenta la dimensione terrena, il mondo dei vivi, mentre la parte inferiore con l’ipogeo, simboleggia la rappresentazione del Purgatorio, il mondo dei morti, con le fioche luci che illuminano gli ambienti. L’interno della chiesa in perfetto stile barocco, si apre con un’unica navata con cappelle laterali e un transetto ridotto, i quali mettono in luce i capolavori dell’arte napoletana, tra la pala d’altare della Morte di San Giuseppe di Andrea Vaccaro del 1650-1651 e la Morte di Sant’Alessio del 1661 ad opera di un giovanissimo Luca Giordano. Significativi sono i fregi allegorici che richiamano all’aldilà con il motivo di teschi ed ossa poste sul portale d’ingresso e nelle nicchie. I teschi bronzei adagiati su due pali di granito, a limite della strada, ricordano ai passanti di «rinfrescare» le anime del Purgatorio e di pregare per loro; sono spesso accarezzati dai viandanti in maniera scaramantica in segno di buon auspicio.

La storia della chiesa del Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Foto: Complesso Museale: Purgatorio ad Arco,(Napoli)

La Chiesa del Purgatorio ad Arco La storia della chiesa ha una lunga e sentita tradizione; sorge in via Tribunali 39 inserita nel Complesso culturale della «Via dell’Arte» di Via Duomo, a due passi dal Pio Monte della Misericordia e dal Museo del Tesoro di San Gennaro. Il Complesso museale intitolato all’Opera Pia Purgatorio ad Arco vanta oltre 400 anni di attività, è la più longeva istituzione di Pubblica Assistenza e Beneficenza che ha mantenuto fede agli scopi prefissati dai suoi fondatori, ovvero offrire soccorso e assistenza agli ammalati e ai bisognosi, opere a suffragio alle anime del Purgatorio per celebrare messe. La Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, venne istituito per volontà di una congregazione nobiliare laica nel 1604, che raccoglieva i fondi necessari per poter offrire assistenza alle fasce deboli, per far celebrare messe a suffragio dei defunti e offrire un luogo di sepoltura consacrato a tutte le famiglie che contribuivano al progetto. Approvata dal Papa Paolo V nel 1606, si decise di dedicare la chiesa alla Vergine Maria, vista come la salvatrice delle anime del Purgatorio, colei che scagiona e salva i figli dal peccato. All’interno del clima più caldo e contrastante del ‘600 napoletano, fatto di luci ed ombre, si fanno evidenti le prime sommosse popolari, il sopraggiungere della peste, il rinnovamento della Controriforma, la presenza del Caravaggio e degli artisti del Barocco napoletano; in questo contesto prende corpo il sentimento caritatevole di fede e commozione che sfocia nel rituale delle anime purganti, principio sostenuto dalla Chiesa, affinché i vivi aiutassero i morti, intrappolati nella dimensione del Purgatorio.

Sceglievano la loro capuzzella del Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Foto: Complesso Museale: Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Succedeva così che le donne dei quartieri, sceglievano la loro capuzzella fra mille teschi disseminati tra le catacombe, gli ipogei, le cripte gli ossari comuni (il più nome è il Cimitero delle Fontanelle nella Sanità) gli si attribuiva un nome, una storia e un ruolo specifico; il rituale, molto vivo fra la fine del 1656 (anno della peste) e nel 1836 (anno del colera) è sopravvissuto fino al secondo dopoguerra (proibito negli anni ”60) prevedeva un passaggio ben preciso: la capuzzella adottata, sistemata su un fazzoletto o su un cuscino ricamato, veniva rigorosamente pulita e lucidata a mano, le si asciugava il sudore (segno della fatica che l’anima stava compiendo per giungere in Paradiso) addobbata da fiori freschi e lumini accesi, omaggiato dal rosario allacciato al collo del teschio, per preservarne la sofferenza. Dopo questa procedura si pregava l’anima del morto (in questo caso un perfetto sconosciuto) cioè si rinfrescava la sua anima purgante dandone sollievo, con l’intento di vederlo in sogno, raccomandandosi al defunto per chiedergli grazie e intercessioni. Il sogno rappresentava l’unico mezzo per comunicare con il defunto che si mostrava al fedele, e solo allora, egli avrebbe rivelato il proprio nome. avrebbe raccontato la sua storia e avrebbe agito. Se la capuzzella compiva la grazia, come segno di gratitudine, il fedele costruiva la famosa casetta, una scarabattola di legno che veniva dipinta e diventava la nuova dimora del teschio; caso contrario la grazia non avveniva, la capuzzella veniva girata con il volto al muro, cioè messa in punizione e abbandonata all’ossario. Sono note anche le leggende e le vicende delle capuzzelle dispettose che hanno preso in giro e deriso i loro proprietari. Si diventava così assistito e benefattore del morto, e sono numerose le testimonianze delle grazie ricevute che raccontano il loro rapporto privilegiato con l’aldilà.

La Chiesa d’ e cape ‘e morte del Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Foto: Complesso Museale: Purgatorio ad Arco,(Napoli)

La Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco detta amabilmente ” ‘a Chiesa d’ ‘e cape ‘e morte” rappresenta per Napoli, il fulcro principale dove si concentra il culto delle anime pezzentelle, rivolgendo una speciale devozione al teschio di Lucia, la sposa più fotografata in Via Tribunali. Napoli ha da sempre un rapporto privilegiato con l’altra dimensione, con la morte, ed è evidente anche nei modi di dire, nei detti popolari, negli usi e costumi della nostra tradizione; una città secolare densa di cultura millenaria che convive tollerando sotto lo stesso cielo, il rapporto contrastante e affascinante sospeso tra sacro e profano. Un legame diretto senza filtri e censure che mette in comunicazione il mondo dei vivi e il mondo dei morti, è quello che accompagna da sempre il popolo napoletano, alimentato maggiormente dal rinnovamento spirituale della Controriforma sviluppatosi verso la fine del ‘600 che ha sostenuto il principio delle anime purganti, attraverso l’intercessione di preghiere e messe a suffragio, per salvare «rinfrescare» le anime dei morti in sosta al Purgatorio, al fine di espiare i peccati e ascendere al Paradiso. Di pari passo al rito ufficiale delle anime purganti, qui a Napoli si sviluppò il rituale spontaneo delle anime pezzentelle (proibito dalla Chiesa) ovvero quello delle capuzzelle, i famosi teschi che venivano adottati e curati letteralmente dal popolo (in particolar modo le donne) con l’ausilio e l’intercessione di preghiere e al fine di ottenere grazie particolari e benedizioni sulla propria famiglia.

i fregi allegorici del Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Foto: Complesso Museale Purgatorio ad Arco,(Napoli)

La chiesa è molto bella, strutturata su due livelli, ricca di simbologie mortuarie: la parte superiore rappresenta il mondo dei vivi, la parte inferiore quello dei morti. L’interno è in stile barocco, e si apre con un’unica navata con tre cappelle laterali e un transetto ridotto. Molto particolari, e in linea con il motivo centrale della Chiesa, sono i fregi allegorici che simboleggiano l’aldilà, oltre che i teschi e le ossa sul portale d’ingresso e nelle nicchie. La "pezzentella" più richiesta e quella di Lucia, alla cui edicola si accumulano spesso biglietti di turisti e visitatori. A lei, infatti, vengono raccontate le sofferenze sentimentali e espresso il desiderio di trovare l’amore.

Complesso Museale Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Foto: Complesso Museale Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Questa è anche la storia della chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco, che sorge in via Tribunali 39, nel Complesso culturale della «Via dell’Arte» di Via Duomo, a due passi dal Pio Monte della Misericordia e dal Museo del Tesoro di San Gennaro. La Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco sorse per desiderio di una congregazione nobiliare laica nel 1604, che raccoglieva fondi per aiutare le persone più bisognose, ossia per garantire messe a suffragio e sepolture per i loro defunti. La Chiesa fu disegnata dagli architetti ed ingeneri Giovan Cola Di Franco e da Giovan Giacomo Di Conforto, e fu chiamata “ad Arco” per la presenza di un arco posto all’incrocio tra via Tribunali, via Nilo e via Atri.

A Napoli, di pari passo, si sviluppo il rito delle anime del Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Foto: Complesso Museale Purgatorio ad Arco,(Napoli)

A Napoli, di pari passo, si sviluppo il rito delle anime pezzentelle, ossia quello delle capuzzelle: i teschi venivano adottati e curati dal popolo, con preghiere e devozione per ottenere benedizioni per la propria famiglia. Quindi, le donne dei quartieri, sceglievano la propria “capuzzella” tra i tanti teschi sparsi nelle catacombe, attribuendole un nome e un ruolo specifico. Poi la si sistemava su un cuscino ricamato, e la si lucidava e puliva, addobbandola con fiori e lumini. Dopo questa procedura, si pregava l’anima del morto, chiedendogli grazie e intercessioni durante i sogni, che erano l’unico modo per comunicare con il defunto.

Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco. (Napoli)

Foto: Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco. (Napoli)

Napoli è da sempre una città che ha un rapporto particolare con la morte, un modo tutto suo di gestire l’altra dimensione, protagonista da sempre dei detti popolari e degli usi e costumi della tradizione. Uno degli esempi evidenti è la Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco, detta anche “la Chiesa delle Capuzzelle”, o chiesa d”e cape ‘e morte”, il luogo principale dove si concentra il culto delle anime pezzentelle. Il legame con la morte fu alimentato in larga parte dal clima della Controriforma del ‘600, che sosteneva il principio delle anime purganti, attraverso l’intercessione di preghiere e messe a suffragio, per salvare le anime dei morti in sosta al Purgatorio, e aiutarle ad espiare i peccati e salire al Paradiso.

☠"Non Scherzare con gli Scheletri"☠

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Benvenuti nel mio Blog

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(32) - "In molti vivono.." " "Rosario F."

(32) - "In molti vivono.." " "Rosario F."
In molti vivono per la sovrabbondanza, io vivo con l'eleganza e con la spiritualità, che ha la sua importanza.. "Rosario F."

"Mário de Andrade" La mia anima ha fretta..

"Mário de Andrade" La mia anima ha fretta..
"LA MIA ANIMA HA FRETTA." Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora. Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente. Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto. Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che, nonostante la loro età cronologica, non sono cresciute. Il mio tempo è troppo breve: voglio l’essenza, la mia anima ha fretta. Non ho più molti dolci nel pacchetto. Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi e che si assumano le proprie responsabilità. Così si difende la dignità umana e si va verso la verità e onestà È l’essenziale che fa valer la pena di vivere. Voglio circondarmi da persone che sanno come toccare i cuori, di persone a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima. Sì, sono di fretta, ho fretta di vivere con l’intensità che solo la maturità sa dare. Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti. Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora. Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza. Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una. "Mário de Andrade"

"Mário de Andrade"

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"Paul Claudel" Nell'atto di fede..

"Paul Claudel" Nell'atto di fede..
Nell'atto di fede c'è sempre un momento in cui bisogna chiudere gli occhi e buttarsi in acqua con cuore intrepido e senza garanzia apparente. "Paul Claudel"

"Paul Claudel"

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"BENEDIZIONE DEL GIORNO" (Gesù Yeshùa)

"BENEDIZIONE DEL GIORNO" (Gesù Yeshùa)

"Osho Rajeneesh" Il Paradiso e L'inferno..

"Osho Rajeneesh" Il Paradiso e L'inferno..
Il paradiso è qui, devi solo sapere come viverlo. E anche l'inferno è qui, e sai perfettamente come viverlo. E' solo questione di cambiare la tua prospettiva, il tuo approccio alla vita.. "Osho Rajneesh"

"Osho Rajneesh"

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💀 "PER NON DIMENTICARE" Accendi una candela 🕯 virtuale, è un modo per esprimere il tuo amore..❤️✔

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☦ (CLICCA SULL' IMMAGINE) Accendi una candela 🕯 virtuale, è un modo per esprimere il tuo amore, ❤️ e un ricordo, verso chi ci ha lasciato 💀 ai nostri occhi, 👀 ma vi assicuro, che è sempre presente nella nostra vita.. ✔ Coloro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, sono solo degli invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria puntati nei nostri pieni di lacrime. ✔ "Agostino d'Ippona" (Sant'Agostino)

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"Osho Rajneesh"✓ L’unico Dio è la vita stessa..

"Osho Rajneesh"✓ L’unico Dio è la vita stessa..
Non è giusto credere che Dio sia un’entità al di fuori di noi. Noi ne siamo parte, e la nostra vita è il bene più prezioso che abbiamo.. "Osho Rajneesh"

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🏆 N° (1) ATTESTATO DI RICONOSCIMENTO DEL BLOG "Il Senso Dell'Esistenza..ღ "

Questo riconoscimento 🎫 viene attribuito ai siti, blog o forum che essendo stati votati dal pubblico, sono riusciti a posizionarsi in...

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