🤍💔💚𝑇𝑟𝑎𝑛𝑠𝑙𝑎𝑡𝑒 🏳️‍🌈 (𝑆𝑒𝑙𝑒𝑐𝑡 𝐿𝑎𝑛𝑔𝑢𝑎𝑔𝑒)🤍💔💚


🥇👉 N° (1) ATTESTATO DI RICONOSCIMENTO DEL BLOG "Il Senso Dell'Esistenza.. ღ

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Grazie di cuore ♥️ a coloro che hanno gentilmente votato per questo blog. Ora, grazie al vostro sostegno, è stato riconosciuto e apprezzato nel panorama dei grandi. Grazie a tutti voi, amici e sostenitori...👈👈

Lavoro in corso - WORK PROGRESS

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✠ Rosario Franco - La Fede 👈..

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La Fede👈 e la Spiritualità, ✠ non sono sintomi di religiosità,👈 ma è la consapevolezza della propria anima e dell'eterna esistenza..👈 "Rosario F."

💀"You are Welcome" ☠️

💀"You are Welcome" ☠️
Le anime del Purgatorio sono quelle che, dopo la morte, si trovano in uno stato di purificazione prima di poter accedere al Paradiso. Queste anime possono beneficiare delle preghiere dei fedeli viventi, che possono aiutarle a raggiungere la piena purificazione e l'ingresso nel Paradiso. La mistica Maria Simma, ad esempio, sosteneva di aver dialogato con le anime del Purgatorio e di aver ricevuto consigli su come aiutarle¹. Tra i modi suggeriti per aiutare queste anime ci sono la partecipazione alla Messa, l'offerta di sofferenze espiatorie, la recita del Rosario, la Via Crucis e l'ottenimento di indulgenze. Le anime del Purgatorio, secondo la dottrina cattolica, sono grate per le preghiere e i sacrifici offerti in loro favore e attendono con pazienza la loro liberazione. Inoltre riguarda la capacità delle anime del Purgatorio di interagire o comunicare con i viventi, ci sono testimonianze di santi e mistici che affermano di aver avuto esperienze di questo tipo. Tuttavia, queste sono credenze basate sulla fede e su esperienze personali, e come tale, possono variare ampiamente tra le persone. La Chiesa cattolica incoraggia i fedeli a pregare per le anime del Purgatorio, ma lascia spazio alla fede individuale riguardo la natura esatta di queste interazioni..♥️

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Ognuno di noi porta dentro di sé un'intima connessione con la dimensione spirituale dell'esistenza, un richiamo che va al di là delle manifestazioni tangibili del mondo fisico. Questa essenza spirituale è una parte intrinseca dell'essere umano, indipendentemente dalle credenze religiose o dalle concezioni filosofiche adottate. È il nucleo profondo dell'anima, un riflesso del divino incarnato in ogni individuo. La spiritualità, dunque, non è soltanto un insieme di credenze o pratiche religiose, ma piuttosto una modalità di essere e di esistere nel mondo, permeata da una consapevolezza del sacro che permea ogni aspetto della vita. Essa è la ricerca incessante di un senso più elevato dell'esistenza, una comprensione più profonda della propria natura e del proprio scopo nel mondo. Questa ricerca spirituale può assumere molte forme e manifestarsi in diversi modi. Alcuni trovano ispirazione e connessione spirituale attraverso le pratiche religiose e le tradizioni spirituali, mentre altri si sentono attratti da percorsi più individuali e non convenzionali. Ci sono coloro che trovano la loro spiritualità nel contatto con la natura, nella contemplazione artistica, nella meditazione o nel servizio agli altri. In ultima analisi, la spiritualità è un viaggio personale e unico, che riflette l'unicità di ciascun individuo. Nel corso di questo viaggio, ci imbattiamo in una serie di esperienze e incontri significativi che ci spingono verso una maggiore consapevolezza e crescita interiore. Ci sono momenti di trasformazione profonda, illuminazioni improvvisi, e momenti di profonda comunione con il divino. Ma ci sono anche sfide e periodi di oscurità, in cui ci sentiamo persi o disorientati nel nostro percorso spirituale. Tuttavia, è proprio attraverso queste sfide che possiamo imparare e crescere di più, poiché ci costringono a guardare più a fondo dentro di noi stessi e a riconnetterci con la nostra vera natura. La spiritualità è anche un'esperienza collettiva, che ci connette con gli altri esseri umani e con l'intero cosmo. Attraverso le nostre relazioni e interazioni con gli altri, possiamo sperimentare la bellezza e la profondità della dimensione spirituale dell'esistenza. È attraverso la condivisione di esperienze, pensieri e sentimenti che possiamo trovare un senso di appartenenza e di comunione con gli altri, e riconoscere la nostra interconnessione con tutto ciò che esiste. In conclusione, la spiritualità è un viaggio senza fine di scoperta e di esplorazione, che ci invita a guardare al di là delle apparenze superficiali della vita e a cercare una connessione più profonda con la realtà ultima dell'universo. È un cammino di consapevolezza e trasformazione che ci permette di crescere e di evolvere come individui e come specie. E in questo viaggio, troviamo il vero significato e la pienezza della vita stessa...♥

Il Senso Dell'Esistenza..❤️











Il Senso Dell'Esistenza❤️

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"POST SUL BLOG"

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👉 "Nessuna cosa vivente" - "Siddhartha Gautama" (Buddha)


Nessuna cosa vivente 
deve essere uccisa,
 non il più piccolo 
animale o insetto,
 perché ogni vita è sacra.

"Siddhartha Gautama"
(Buddha)

✍ "Il sacro fa paura." (Guido Ceronetti)


Il sacro fa paura. Ma anche la sua assenza, anche il mondo dissacrato, senza regole, 
senza divieti.✅

(Guido Ceronetti)

✍ "La verità" (Henri Fréderic Amiel)

"La verità non è solo violata dalle falsità; può essere ugualmente oltraggiata dal silenzio."

(Henri Fréderic Amiel)

✍ Il "Sacro" (Christoph Schönborn)


Il "Sacro" è quanto non può essere per nessun motivo oltraggiato.

(Christoph Schönborn)

✍ Ci sono quattro domande. (George Gordon Byron)



Ci sono quattro domande,
che contano nella vita:

Cosa è sacro?
Di cosa è fatto lo Spirito?
Per cosa vale la pena vivere?
Per cosa vale la pena morire?

La risposta ad ognuna è la stessa:
solo L'AMORE.

(George Gordon Byron)

✍ "L’essere umano" (Yves Coppens)


L’essere umano, fin dallo sbocciare della sua umanità, 
è sensibile al sacro e possiede una dimensione spirituale.

(Yves Coppens)

✍ "Il sacro" (Francesco Grisi)



Il sacro è l’esperienza trascendentale del mistero.

(Francesco Grisi)

Il culto delle anime del Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Foto: Complesso Museale: Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Il culto delle anime pezzentelle, o delle anime del Purgatorio, rappresenta una testimonianza profonda e unica del legame tra i vivi e i morti, un legame che solo Napoli sa accogliere e tramandare con tanta intensità e autenticità. Questo culto, sebbene possa apparire folcloristico, pagano o addirittura macabro, è in realtà un elemento fondamentale della tradizione culturale e spirituale napoletana. Nella città partenopea, le due dimensioni dell’esistenza, quella terrena e quella ultraterrena, si intrecciano e dialogano in un modo che è raro trovare altrove. Le anime pezzentelle, ossia le anime abbandonate del Purgatorio, vengono adottate dai vivi che si impegnano a prendersi cura delle loro ossa, pregando e chiedendo in cambio protezione e grazie. Questo scambio reciproco di attenzioni e benefici crea una rete di solidarietà tra le due sfere dell’esistenza, riflettendo una concezione della morte non come separazione definitiva, ma come continuazione di un rapporto che trascende i confini del tempo e dello spazio. La tradizione delle anime pezzentelle affonda le sue radici in un passato lontano, caratterizzato da una commistione di elementi religiosi e pagani. La venerazione delle anime del Purgatorio si sviluppa in un contesto di forte devozione popolare, dove il senso di comunità e di mutuo soccorso gioca un ruolo centrale. Le cappelle e le chiese dedicate a questo culto sono luoghi di incontro e di preghiera, ma anche di riflessione sul destino ultimo dell’uomo e sull’importanza di mantenere viva la memoria dei defunti. In questo contesto, Napoli si distingue per la sua capacità di trasformare la morte in un elemento di continuità e di coesione sociale. Il culto delle anime pezzentelle diventa così un simbolo della resilienza e della vitalità di una cultura che, pur affrontando le difficoltà della vita quotidiana, non dimentica mai il proprio legame con il passato e con l'aldilà. La città diventa un luogo in cui il sacro e il profano si mescolano in una narrazione complessa e affascinante, che continua a vivere e a evolversi attraverso le generazioni. In sintesi, il culto delle anime pezzentelle è molto più di una semplice tradizione religiosa; è un fenomeno culturale che racchiude in sé il senso profondo della vita e della morte, della memoria e della speranza, dell'identità e della comunità. È un esempio emblematico di come Napoli riesca a celebrare la vita attraverso la morte, mantenendo vivo un dialogo perenne con i propri antenati e con il mistero dell’esistenza.

Il teschio di Lucia ‘a sposa.(Napoli)

Foto: Il teschio di Lucia ‘a sposa.(Napoli)

Lucia: la sposa più amata del Purgatorio Quanti bigliettini nel corso del tempo si sono accumulati davanti all’edicola ben adornata di Lucia, la celebre «pezzentella» che indossa il velo da sposa, la cui storia incanta e commuove tutti i turisti e visitatori. Molti devoti si recano da lei a chiedere grazie e intercessioni e in molti si preoccupano di lasciarle un biglietto come testimonianza del loro affetto, in cui raccontano in poche righe le loro pene sentimentali, il desiderio di trovare l’amore, alcune chiedono di trovar marito, altri pregano per la serenità familiare. Tra fiori e biglietti, Lucia ascolta in un religioso silenzio e interviene per alleviare le preoccupazioni terrene, divenendo l’oggetto di culto più amato delle anime del Purgatorio ad Arco; la sposa più fotografata di tutti i tempi. Molti la chiamano Principessa (per la presenza della coroncina posta sul velo) ma della sua biografia si sa poco. Si racconta che la giovane Lucia era prossima al matrimonio, e che sia morta prima di salire all’altare. Un’altra versione popolare, spiega che sia morta dopo lo sposalizio e che non avendo consumato l’unione matrimoniale, i suoi resti mortali, per rispetto sono stati conservati così come sono, con il velo da sposa. Nella stessa edicola sono conservati altri teschi, forse una coppia di sposi il cui triste destino gli ha inflitto la stessa sorte: per una brutta malattia morirono insieme, un giorno prima delle nozze, amandosi per l’eternità.

La Chiesa del Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Foto: Complesso Museale: Purgatorio ad Arco,(Napoli)

La Chiesa disegnata dagli architetti ed ingeneri Giovan Cola Di Franco e da Giovan Giacomo Di Conforto, fu consacrata il 2 novembre del 1638 e recava il nome “ad Arco” dalla presenza di un arco posto all’incrocio tra via Tribunali, via Nilo e via Atri, simbolo dell’antico Sedile Montagna, fatto abbattere nei primi anni trenta del 1500 da Don Pedro de Toledo. La costruzione della chiesa posta su due livelli è arricchita da preziose simbologie mortuarie : la parte superiore rappresenta la dimensione terrena, il mondo dei vivi, mentre la parte inferiore con l’ipogeo, simboleggia la rappresentazione del Purgatorio, il mondo dei morti, con le fioche luci che illuminano gli ambienti. L’interno della chiesa in perfetto stile barocco, si apre con un’unica navata con cappelle laterali e un transetto ridotto, i quali mettono in luce i capolavori dell’arte napoletana, tra la pala d’altare della Morte di San Giuseppe di Andrea Vaccaro del 1650-1651 e la Morte di Sant’Alessio del 1661 ad opera di un giovanissimo Luca Giordano. Significativi sono i fregi allegorici che richiamano all’aldilà con il motivo di teschi ed ossa poste sul portale d’ingresso e nelle nicchie. I teschi bronzei adagiati su due pali di granito, a limite della strada, ricordano ai passanti di «rinfrescare» le anime del Purgatorio e di pregare per loro; sono spesso accarezzati dai viandanti in maniera scaramantica in segno di buon auspicio.

La storia della chiesa del Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Foto: Complesso Museale: Purgatorio ad Arco,(Napoli)

La Chiesa del Purgatorio ad Arco La storia della chiesa ha una lunga e sentita tradizione; sorge in via Tribunali 39 inserita nel Complesso culturale della «Via dell’Arte» di Via Duomo, a due passi dal Pio Monte della Misericordia e dal Museo del Tesoro di San Gennaro. Il Complesso museale intitolato all’Opera Pia Purgatorio ad Arco vanta oltre 400 anni di attività, è la più longeva istituzione di Pubblica Assistenza e Beneficenza che ha mantenuto fede agli scopi prefissati dai suoi fondatori, ovvero offrire soccorso e assistenza agli ammalati e ai bisognosi, opere a suffragio alle anime del Purgatorio per celebrare messe. La Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, venne istituito per volontà di una congregazione nobiliare laica nel 1604, che raccoglieva i fondi necessari per poter offrire assistenza alle fasce deboli, per far celebrare messe a suffragio dei defunti e offrire un luogo di sepoltura consacrato a tutte le famiglie che contribuivano al progetto. Approvata dal Papa Paolo V nel 1606, si decise di dedicare la chiesa alla Vergine Maria, vista come la salvatrice delle anime del Purgatorio, colei che scagiona e salva i figli dal peccato. All’interno del clima più caldo e contrastante del ‘600 napoletano, fatto di luci ed ombre, si fanno evidenti le prime sommosse popolari, il sopraggiungere della peste, il rinnovamento della Controriforma, la presenza del Caravaggio e degli artisti del Barocco napoletano; in questo contesto prende corpo il sentimento caritatevole di fede e commozione che sfocia nel rituale delle anime purganti, principio sostenuto dalla Chiesa, affinché i vivi aiutassero i morti, intrappolati nella dimensione del Purgatorio.

Sceglievano la loro capuzzella del Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Foto: Complesso Museale: Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Succedeva così che le donne dei quartieri, sceglievano la loro capuzzella fra mille teschi disseminati tra le catacombe, gli ipogei, le cripte gli ossari comuni (il più nome è il Cimitero delle Fontanelle nella Sanità) gli si attribuiva un nome, una storia e un ruolo specifico; il rituale, molto vivo fra la fine del 1656 (anno della peste) e nel 1836 (anno del colera) è sopravvissuto fino al secondo dopoguerra (proibito negli anni ”60) prevedeva un passaggio ben preciso: la capuzzella adottata, sistemata su un fazzoletto o su un cuscino ricamato, veniva rigorosamente pulita e lucidata a mano, le si asciugava il sudore (segno della fatica che l’anima stava compiendo per giungere in Paradiso) addobbata da fiori freschi e lumini accesi, omaggiato dal rosario allacciato al collo del teschio, per preservarne la sofferenza. Dopo questa procedura si pregava l’anima del morto (in questo caso un perfetto sconosciuto) cioè si rinfrescava la sua anima purgante dandone sollievo, con l’intento di vederlo in sogno, raccomandandosi al defunto per chiedergli grazie e intercessioni. Il sogno rappresentava l’unico mezzo per comunicare con il defunto che si mostrava al fedele, e solo allora, egli avrebbe rivelato il proprio nome. avrebbe raccontato la sua storia e avrebbe agito. Se la capuzzella compiva la grazia, come segno di gratitudine, il fedele costruiva la famosa casetta, una scarabattola di legno che veniva dipinta e diventava la nuova dimora del teschio; caso contrario la grazia non avveniva, la capuzzella veniva girata con il volto al muro, cioè messa in punizione e abbandonata all’ossario. Sono note anche le leggende e le vicende delle capuzzelle dispettose che hanno preso in giro e deriso i loro proprietari. Si diventava così assistito e benefattore del morto, e sono numerose le testimonianze delle grazie ricevute che raccontano il loro rapporto privilegiato con l’aldilà.

La Chiesa d’ e cape ‘e morte del Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Foto: Complesso Museale: Purgatorio ad Arco,(Napoli)

La Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco detta amabilmente ” ‘a Chiesa d’ ‘e cape ‘e morte” rappresenta per Napoli, il fulcro principale dove si concentra il culto delle anime pezzentelle, rivolgendo una speciale devozione al teschio di Lucia, la sposa più fotografata in Via Tribunali. Napoli ha da sempre un rapporto privilegiato con l’altra dimensione, con la morte, ed è evidente anche nei modi di dire, nei detti popolari, negli usi e costumi della nostra tradizione; una città secolare densa di cultura millenaria che convive tollerando sotto lo stesso cielo, il rapporto contrastante e affascinante sospeso tra sacro e profano. Un legame diretto senza filtri e censure che mette in comunicazione il mondo dei vivi e il mondo dei morti, è quello che accompagna da sempre il popolo napoletano, alimentato maggiormente dal rinnovamento spirituale della Controriforma sviluppatosi verso la fine del ‘600 che ha sostenuto il principio delle anime purganti, attraverso l’intercessione di preghiere e messe a suffragio, per salvare «rinfrescare» le anime dei morti in sosta al Purgatorio, al fine di espiare i peccati e ascendere al Paradiso. Di pari passo al rito ufficiale delle anime purganti, qui a Napoli si sviluppò il rituale spontaneo delle anime pezzentelle (proibito dalla Chiesa) ovvero quello delle capuzzelle, i famosi teschi che venivano adottati e curati letteralmente dal popolo (in particolar modo le donne) con l’ausilio e l’intercessione di preghiere e al fine di ottenere grazie particolari e benedizioni sulla propria famiglia.

i fregi allegorici del Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Foto: Complesso Museale Purgatorio ad Arco,(Napoli)

La chiesa è molto bella, strutturata su due livelli, ricca di simbologie mortuarie: la parte superiore rappresenta il mondo dei vivi, la parte inferiore quello dei morti. L’interno è in stile barocco, e si apre con un’unica navata con tre cappelle laterali e un transetto ridotto. Molto particolari, e in linea con il motivo centrale della Chiesa, sono i fregi allegorici che simboleggiano l’aldilà, oltre che i teschi e le ossa sul portale d’ingresso e nelle nicchie. La "pezzentella" più richiesta e quella di Lucia, alla cui edicola si accumulano spesso biglietti di turisti e visitatori. A lei, infatti, vengono raccontate le sofferenze sentimentali e espresso il desiderio di trovare l’amore.

Complesso Museale Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Foto: Complesso Museale Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Questa è anche la storia della chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco, che sorge in via Tribunali 39, nel Complesso culturale della «Via dell’Arte» di Via Duomo, a due passi dal Pio Monte della Misericordia e dal Museo del Tesoro di San Gennaro. La Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco sorse per desiderio di una congregazione nobiliare laica nel 1604, che raccoglieva fondi per aiutare le persone più bisognose, ossia per garantire messe a suffragio e sepolture per i loro defunti. La Chiesa fu disegnata dagli architetti ed ingeneri Giovan Cola Di Franco e da Giovan Giacomo Di Conforto, e fu chiamata “ad Arco” per la presenza di un arco posto all’incrocio tra via Tribunali, via Nilo e via Atri.

A Napoli, di pari passo, si sviluppo il rito delle anime del Purgatorio ad Arco,(Napoli)

Foto: Complesso Museale Purgatorio ad Arco,(Napoli)

A Napoli, di pari passo, si sviluppo il rito delle anime pezzentelle, ossia quello delle capuzzelle: i teschi venivano adottati e curati dal popolo, con preghiere e devozione per ottenere benedizioni per la propria famiglia. Quindi, le donne dei quartieri, sceglievano la propria “capuzzella” tra i tanti teschi sparsi nelle catacombe, attribuendole un nome e un ruolo specifico. Poi la si sistemava su un cuscino ricamato, e la si lucidava e puliva, addobbandola con fiori e lumini. Dopo questa procedura, si pregava l’anima del morto, chiedendogli grazie e intercessioni durante i sogni, che erano l’unico modo per comunicare con il defunto.

Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco. (Napoli)

Foto: Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco. (Napoli)

Napoli è da sempre una città che ha un rapporto particolare con la morte, un modo tutto suo di gestire l’altra dimensione, protagonista da sempre dei detti popolari e degli usi e costumi della tradizione. Uno degli esempi evidenti è la Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco, detta anche “la Chiesa delle Capuzzelle”, o chiesa d”e cape ‘e morte”, il luogo principale dove si concentra il culto delle anime pezzentelle. Il legame con la morte fu alimentato in larga parte dal clima della Controriforma del ‘600, che sosteneva il principio delle anime purganti, attraverso l’intercessione di preghiere e messe a suffragio, per salvare le anime dei morti in sosta al Purgatorio, e aiutarle ad espiare i peccati e salire al Paradiso.

"Paul Claudel" Nell'atto di fede..


“Nell'atto di fede c'è sempre un momento in cui bisogna chiudere gli occhi e buttarsi in acqua con cuore intrepido e senza garanzia apparente.”

"Steve Jobs" Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore.


Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore.

Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun’altro.

Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone.

E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione.

In qualche modo loro sanno cosa volete realmente diventare.

Tutto il resto è secondario.

Siate affamati.

Siate folli.

"Mário de Andrade" La mia anima ha fretta..

"LA MIA ANIMA HA FRETTA."

Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora.

Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente.

Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto.

Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che, nonostante la loro età cronologica, non sono cresciute.

Il mio tempo è troppo breve: voglio l’essenza, la mia anima ha fretta.

Non ho più molti dolci nel pacchetto.

Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi e che si assumano le proprie responsabilità.

Così si difende la dignità umana e si va verso la verità e onestà

È l’essenziale che fa valer la pena di vivere.

Voglio circondarmi da persone che sanno come toccare i cuori, di persone a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima.

Sì, sono di fretta, ho fretta di vivere con l’intensità che solo la maturità sa dare.

Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti.

Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora.

Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza.

Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una. 

"Osho Rajeneesh" Ricorda solo una cosa.


“Ricorda solo una cosa: tutto ciò che senti essere bello, è bello, e tutto ciò che ti rende felice, lieto, è la verità. Lascia che questo sia il tuo unico criterio. Non preoccuparti delle opinioni degli altri. Lascia che questa sia la tua pietra di paragone. Tutto ciò che ti fa felice, dev'essere vero”

"Osho Rajeneesh" Il tempo..


“Il tempo indica semplicemente che non sei nel presente: riguarda il passato e il futuro e, quando scompare, ti trovi nel qui e ora. Solo in questo modo si entra in contatto con la realtà.”

Poesia di Pedro Salinas "Dietro ti cerco"

"Dietro ti cerco"

Sì, dietro alla gente ti cerco.
Non nel tuo nome, se lo dicono,
non nella tua immagine, se la dipingono.
Dietro, dietro, oltre.
Dietro a te ti cerco.
Non nel tuo specchio, non nelle tue parole,
né nella tua anima.
Dietro, oltre.
Dietro ancora,
più indietro di me ti cerco.
Non sei quello che io sento di te,
non sei ciò che palpita con sangue mio nelle vene,
senza che sia io.
Dietro, oltre ti cerco.
Per averti incontrato,
smettere di vivere in te, e in me,
e negli altri.
Vivere ormai dietro a ogni cosa,
dall'altra parte di ogni cosa
-per averti incontrato-,

come se fosse morire.”

[Poesia Pedro Salinas]

☠"Non Scherzare con gli Scheletri"☠

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Benvenuti nel mio Blog

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Il Senso Dell'Esistenza..❤️











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(32) - "In molti vivono.." " "Rosario F."

(32) - "In molti vivono.." " "Rosario F."
In molti vivono per la sovrabbondanza, io vivo con l'eleganza e con la spiritualità, che ha la sua importanza.. "Rosario F."

"Mário de Andrade" La mia anima ha fretta..

"Mário de Andrade" La mia anima ha fretta..
"LA MIA ANIMA HA FRETTA." Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora. Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente. Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto. Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che, nonostante la loro età cronologica, non sono cresciute. Il mio tempo è troppo breve: voglio l’essenza, la mia anima ha fretta. Non ho più molti dolci nel pacchetto. Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi e che si assumano le proprie responsabilità. Così si difende la dignità umana e si va verso la verità e onestà È l’essenziale che fa valer la pena di vivere. Voglio circondarmi da persone che sanno come toccare i cuori, di persone a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima. Sì, sono di fretta, ho fretta di vivere con l’intensità che solo la maturità sa dare. Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti. Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora. Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza. Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una. "Mário de Andrade"

"Mário de Andrade"

"Mário de Andrade"

"Paul Claudel" Nell'atto di fede..

"Paul Claudel" Nell'atto di fede..
Nell'atto di fede c'è sempre un momento in cui bisogna chiudere gli occhi e buttarsi in acqua con cuore intrepido e senza garanzia apparente. "Paul Claudel"

"Paul Claudel"

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"BENEDIZIONE DEL GIORNO" (Gesù Yeshùa)

"BENEDIZIONE DEL GIORNO" (Gesù Yeshùa)

"Osho Rajeneesh" Il Paradiso e L'inferno..

"Osho Rajeneesh" Il Paradiso e L'inferno..
Il paradiso è qui, devi solo sapere come viverlo. E anche l'inferno è qui, e sai perfettamente come viverlo. E' solo questione di cambiare la tua prospettiva, il tuo approccio alla vita.. "Osho Rajneesh"

"Osho Rajneesh"

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💀 "PER NON DIMENTICARE" Accendi una candela 🕯 virtuale, è un modo per esprimere il tuo amore..❤️✔

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☦ (CLICCA SULL' IMMAGINE) Accendi una candela 🕯 virtuale, è un modo per esprimere il tuo amore, ❤️ e un ricordo, verso chi ci ha lasciato 💀 ai nostri occhi, 👀 ma vi assicuro, che è sempre presente nella nostra vita.. ✔ Coloro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, sono solo degli invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria puntati nei nostri pieni di lacrime. ✔ "Agostino d'Ippona" (Sant'Agostino)

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"Osho Rajneesh"✓ L’unico Dio è la vita stessa..

"Osho Rajneesh"✓ L’unico Dio è la vita stessa..
Non è giusto credere che Dio sia un’entità al di fuori di noi. Noi ne siamo parte, e la nostra vita è il bene più prezioso che abbiamo.. "Osho Rajneesh"

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🏆 N° (1) ATTESTATO DI RICONOSCIMENTO DEL BLOG "Il Senso Dell'Esistenza..ღ "

Questo riconoscimento 🎫 viene attribuito ai siti, blog o forum che essendo stati votati dal pubblico, sono riusciti a posizionarsi in...

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