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Lavoro in corso - WORK PROGRESS

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✠ Rosario Franco - La Fede 👈..

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La Fede👈 e la Spiritualità, ✠ non sono sintomi di religiosità,👈 ma è la consapevolezza della propria anima e dell'eterna esistenza..👈 "Rosario F."

💀"You are Welcome" ☠️

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Le anime del Purgatorio sono quelle che, dopo la morte, si trovano in uno stato di purificazione prima di poter accedere al Paradiso. Queste anime possono beneficiare delle preghiere dei fedeli viventi, che possono aiutarle a raggiungere la piena purificazione e l'ingresso nel Paradiso. La mistica Maria Simma, ad esempio, sosteneva di aver dialogato con le anime del Purgatorio e di aver ricevuto consigli su come aiutarle¹. Tra i modi suggeriti per aiutare queste anime ci sono la partecipazione alla Messa, l'offerta di sofferenze espiatorie, la recita del Rosario, la Via Crucis e l'ottenimento di indulgenze. Le anime del Purgatorio, secondo la dottrina cattolica, sono grate per le preghiere e i sacrifici offerti in loro favore e attendono con pazienza la loro liberazione. Inoltre riguarda la capacità delle anime del Purgatorio di interagire o comunicare con i viventi, ci sono testimonianze di santi e mistici che affermano di aver avuto esperienze di questo tipo. Tuttavia, queste sono credenze basate sulla fede e su esperienze personali, e come tale, possono variare ampiamente tra le persone. La Chiesa cattolica incoraggia i fedeli a pregare per le anime del Purgatorio, ma lascia spazio alla fede individuale riguardo la natura esatta di queste interazioni..♥️

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Ognuno di noi porta dentro di sé un'intima connessione con la dimensione spirituale dell'esistenza, un richiamo che va al di là delle manifestazioni tangibili del mondo fisico. Questa essenza spirituale è una parte intrinseca dell'essere umano, indipendentemente dalle credenze religiose o dalle concezioni filosofiche adottate. È il nucleo profondo dell'anima, un riflesso del divino incarnato in ogni individuo. La spiritualità, dunque, non è soltanto un insieme di credenze o pratiche religiose, ma piuttosto una modalità di essere e di esistere nel mondo, permeata da una consapevolezza del sacro che permea ogni aspetto della vita. Essa è la ricerca incessante di un senso più elevato dell'esistenza, una comprensione più profonda della propria natura e del proprio scopo nel mondo. Questa ricerca spirituale può assumere molte forme e manifestarsi in diversi modi. Alcuni trovano ispirazione e connessione spirituale attraverso le pratiche religiose e le tradizioni spirituali, mentre altri si sentono attratti da percorsi più individuali e non convenzionali. Ci sono coloro che trovano la loro spiritualità nel contatto con la natura, nella contemplazione artistica, nella meditazione o nel servizio agli altri. In ultima analisi, la spiritualità è un viaggio personale e unico, che riflette l'unicità di ciascun individuo. Nel corso di questo viaggio, ci imbattiamo in una serie di esperienze e incontri significativi che ci spingono verso una maggiore consapevolezza e crescita interiore. Ci sono momenti di trasformazione profonda, illuminazioni improvvisi, e momenti di profonda comunione con il divino. Ma ci sono anche sfide e periodi di oscurità, in cui ci sentiamo persi o disorientati nel nostro percorso spirituale. Tuttavia, è proprio attraverso queste sfide che possiamo imparare e crescere di più, poiché ci costringono a guardare più a fondo dentro di noi stessi e a riconnetterci con la nostra vera natura. La spiritualità è anche un'esperienza collettiva, che ci connette con gli altri esseri umani e con l'intero cosmo. Attraverso le nostre relazioni e interazioni con gli altri, possiamo sperimentare la bellezza e la profondità della dimensione spirituale dell'esistenza. È attraverso la condivisione di esperienze, pensieri e sentimenti che possiamo trovare un senso di appartenenza e di comunione con gli altri, e riconoscere la nostra interconnessione con tutto ciò che esiste. In conclusione, la spiritualità è un viaggio senza fine di scoperta e di esplorazione, che ci invita a guardare al di là delle apparenze superficiali della vita e a cercare una connessione più profonda con la realtà ultima dell'universo. È un cammino di consapevolezza e trasformazione che ci permette di crescere e di evolvere come individui e come specie. E in questo viaggio, troviamo il vero significato e la pienezza della vita stessa...♥

Il Senso Dell'Esistenza..❤️











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"POST SUL BLOG"

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"Beata Vergine Maria del Rosario.."

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"7 ottobre"

Questa memoria Mariana di origine devozionale si collega con la vittoria di Lepanto (1571), che arrestò la grande espansione dell'impero ottomano. San Pio V attribuì quello storico evento alla preghiera che il popolo cristiano aveva indirizzato alla Vergine nella forma del Rosario. (Mess. Rom.) 

Etimologia: Maria = amata da Dio, dall'egiziano; signora, dall'ebraico


Martirologio Romano: Memoria della beata Maria Vergine del Rosario: in questo giorno con la preghiera del Rosario o corona mariana si invoca la protezione della santa Madre di Dio per meditare sui misteri di Cristo, sotto la guida di lei, che fu associata in modo tutto speciale all’incarnazione, passione e risurrezione del Figlio di Dio. 

 

Questa memoria Mariana di origine devozionale si collega con la vittoria di Lepanto (1571), che arrestò la grande espansione dell'impero ottomano. San Pio

Nel 1212 san Domenico di Guzman, durante la sua permanenza a Tolosa, vide la Vergine Maria che gli consegnò il Rosario, come risposta ad una sua preghiera, a Lei rivolta, per sapere come combattere l’eresia albigese.
Fu così che il Santo Rosario divenne l’orazione più diffusa per contrastare le eresie e fu l’arma determinante per vincere i musulmani a Lepanto. Come già per Poitiers (ottobre 732) e poi sarà per Vienna (settembre 1683), la battaglia di Lepanto fu fondamentale per arrestare l’avanzata dei musulmani in Europa. E tutte e tre le vittorie vennero imputate, oltre al valore dei combattenti, anche e soprattutto all’intervento divino.


La battaglia navale di Lepanto si svolse nel corso della guerra di Cipro. Era il 7 ottobre 1571 quando le flotte musulmane dell’Impero ottomano si scontrarono con quelle cristiane della Lega Santa, che riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, dell’Impero spagnolo (con il Regno di Napoli e di Sicilia), dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana e del Ducato di Urbino, federate sotto le insegne pontificie. Dell’alleanza cristiana faceva parte anche la Repubblica di Lucca, che pur non avendo navi coinvolte nello scontro, concorse con denaro e materiali all’armamento della flotta genovese.

Prima della partenza della Lega Santa per gli scenari di guerra, san Pio V benedisse lo stendardo raffigurante, su fondo rosso, il Crocifisso posto fra gli apostoli Pietro e Paolo e sormontato dal motto costantiniano In hoc signo vinces. Tale simbolo, insieme con l’immagine della Madonna e la scritta S. Maria succurre miseris, issato sulla nave ammiraglia Real, sarà l’unico a sventolare in tutto lo schieramento cristiano quando, alle grida di guerra e ai primi attacchi turchi, i militi si uniranno in una preghiera accorata. Mentre si moriva per Cristo, per la Chiesa e per la Patria, si recitava il Santo Rosario: e i prigionieri remavano ritmando il tempo con le decine dei misteri. L’annuncio della vittoria giungerà a Roma 23 giorni dopo, portato da messaggeri del Principe Colonna. Il trionfo fu attribuito all’intercessione della Vergine Maria, tanto che san Pio V, nel 1572, istituì la festa di Santa Maria della Vittoria, trasformata da Gregorio XIII in «Madonna del Rosario».


Comandante generale della flotta cristiana era Don Giovanni d’Austria di 24 anni, figlio illegittimo del defunto Imperatore Carlo V e fratellastro del regnante Filippo II. Al fianco della sua nave Real erano schierate: la Capitana di Sebastiano Venier, capitano generale veneziano; la Capitana di Sua Santità di Marcantonio Colonna, ammiraglio pontificio; la Capitana di Ettore Spinola, capitano generale genovese; la Capitana di Andrea Provana di Leinì, capitano generale piemontese; l’ammiraglia Vittoria del priore Piero Giustiniani, capitano generale dei Cavalieri di Malta. In totale, la Lega schierò una flotta di 6 galeazze e circa 204 galere. A bordo erano imbarcati non meno di 36.000 combattenti, tra soldati, venturieri e marinai.

A questi si aggiungevano circa 30.000 galeotti rematori. Comandante supremo dello schieramento ottomano era Müezzinzade Alì Pascià. La flotta turca, munita di minore artiglieria rispetto a quella cristiana, possedeva 170-180 galere e 20 o 30 galeotte, cui si aggiungeva un imprecisato numero di fuste e brigantini corsari. La forza combattente, comprensiva di giannizzeri, ammontava a circa 20-25.000 uomini. L’ammiraglio, considerato il migliore comandante ottomano, Uluč Alì, era un apostata di origini calabresi, convertitosi all’Islam. Alì Pascià si trovava a bordo dell’ammiraglia Sultana, sulla quale sventolava un vessillo verde, dove era stato scritto, a caratteri d’oro, 28.900 volte il nome di Allah.
I musulmani di allora tagliavano le teste così come le tagliano oggi quelli dell’Isis: essi non hanno mutato i loro sistemi, mentre i cristiani hanno declinato i loro doveri davanti a Dio e alle loro nazioni, asservendosi non più al Re del Cielo e della terra, ma al padrone degli Inferi. Spiegava san Louis-Marie Grignon de Montfort: «Nel Cielo, Maria comanda agli angeli e ai beati. Come ricompensa della sua profonda umiltà, Dio le ha dato il potere e l’incarico di riempire di santi i troni lasciati vuoti dalla superbia degli angeli ribelli». Tutte le grazie passano per Maria, come ci insegnano i grande teologi mariani ed ecco perché san Pio V, Papa mariano e domenicano, affidò a Maria Santissima le armate ed i destini dell’Occidente e della Cristianità, minacciati dai musulmani.
Da allora in poi si utilizzò ufficialmente il titolo di Auxilium Christianorum, titolo che non sembra doversi attribuire direttamente al Pontefice, ma ai reduci vittoriosi, che ritornando dalla guerra passarono per Loreto a ringraziare la Madonna.


I forzati che erano stati messi ai banchi dei remi furono liberati: sbarcarono a Porto Recanati e salirono in processione alla Santa Casa, dove offrirono le loro catene alla Madonna; con esse furono costruite le cancellate poi poste agli altari delle cappelle. Lo stendardo della flotta fu donato alla chiesa di Maria Vergine a Gaeta, dove è tuttora conservato e che attende di essere ancora issato nei cuori di coloro che si professano cristiani e vogliono difendere le proprie radici.

"La vita di San Francesco d'Assisi.."

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"La vita di San Francesco d'Assisi.."

Francesco nacque ad Assisi nel 1182, da Pietro di Bernardone, ricco mercante di stoffe preziose, e da Madonna Pica; la madre gli mise nome Giovanni; ma, tornato il padre dal suo viaggio in Francia, cominciò a chiamare il figlio Francesco (FF1395). Prima della conversione il giovane Francesco fu partecipe della cultura "cortese-cavalleresca" del proprio secolo e delle ambizioni del proprio ceto sociale (la nascente borghesia).

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Nel 1202, tra le fila degli homines populi, prese parte allo scontro di Collestrada con i perugini e i boni homines fuoriusciti assisani: Francesco fu catturato con molti suoi concittadini e condotto prigioniero a Perugia…Dopo un anno, tra Perugia e Assisi fu conclusa la pace, e Francesco rimpatriò insieme ai compagni di prigionia (FF 1398).

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Decide allora di realizzare la sua aspirazione a diventare miles (cavaliere) e nel 1205 si unisce al conte Gentile, che partiva per la Puglia, onde essere da lui creato cavaliere (FF 1491). È a questo punto della vita di Francesco che iniziano i segni premonitori di un destino diverso da quello che lui aveva sognato. In viaggio verso la Puglia, giunto a Spoleto, a notte fatta si stese per dormire. E nel dormiveglia udì una voce interrogarlo: «Chi può meglio trattarti: il Signore o il servo?». Rispose: «Il Signore». Replicò la voce: «E allora perché abbandoni il Signore per il servo?» (FF 1492). L’indomani Francesco torna ad Assisi aspettando che Dio, del quale aveva udito la voce, gli rivelasse la sua volontà (FF 1401).

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Trascorre circa un anno nella solitudine, nella preghiera, nel servizio ai lebbrosi, fino a rinunciare pubblicamente, nel 1206, all’eredità paterna nelle mani del vescovo Guido e assumendo, di conseguenza, la condizione canonica di penitente volontario. Francesco veste l’abito da eremita continuando a dedicarsi all’assistenza dei lebbrosi e al restauro materiale di alcune chiese in rovina del contado assisano dopo che a San Damiano aveva udito nuovamente la voce del Signore dirgli attraverso l’icona del Crocifisso:«Francesco va’, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina» (FF 593).


Nel 1208, attirati dal suo modo di vita, si associano a Francesco i primi compagni e con essi nel 1209 si reca a Roma per chiedere a Innocenzo III l’approvazione della loro forma di vita religiosa. Il Papa concede loro l’autorizzazione a predicare rimandando però a un secondo tempo l’approvazione della Regola: Andate con Dio, fratelli, e come Egli si degnerà ispirarvi, predicate a tutti la penitenza. Quando il Signore onnipotente vi farà crescere in numero e grazia, ritornerete lieti a dirmelo, ed io vi concederò con più sicurezza altri favori e uffici più importanti (FF 375).

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Spinto dal desiderio di testimoniare Cristo nei paesi musulmani, Francesco tenta più volte di recarvisi. Finalmente nel 1219 raggiunge Damietta, in Egitto, dove, durante una tregua nei combattimenti della quinta crociata, viene ricevuto e protetto in persona dal Sultano al-Malik al-Kamil.


Rientrato ad Assisi nel 1220 Francesco rinuncia al governo dei fratia favore di uno dei suoi primi seguaci: Pietro Cattani. Non rinuncia però ad esserne la guida spirituale come testimoniano i suoi scritti. 
Il 30 maggio 1221 si radunò in Assisi il capitolo detto "delle stuoie" al quale partecipò un numero davvero rilevante di frati (dai 3000 ai 5000), si discusse il testo di una Regola da sottoporre all’approvazione della Curia romana e fu nominato frate Elia vicario generale al posto di Pietro Cattani, morto il 10 marzo di quell'anno.

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La Regola (conosciuta come "Regola non bollata") discussa e approvata dal capitolo del 1221 fu respinta dalla Curia romana perché troppo lunga e di carattere scarsamente giuridico. Dopo un processo di revisione del testo, al quale collaborò il cardinale Ugolino d'Ostia (il futuro papa Gregorio IX), il 29 novembre 1223finalmente Onorio III approva con la bolla Solet annuere la Regola dell’Ordine dei Frati Minori (detta "Regola bollata").


Durante la notte di Natale del 1223, a Greccio, Francesco volle rievocare la nascita di Gesù, facendo una rappresentazione vivente di quell'evento per vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato [il Bambino nato a Betlemme] per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello (FF468). È da questo episodio che ebbe poi origine la tradizione del presepe.

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Dopo il capitolo di Pentecoste del 1224 Francesco si ritirò con frate Leone sul monte della Verna per celebrarvi una quaresima in onore di san Michele Arcangelo. Lì, la tradizione dice il 17 settembre, Francesco avrebbe avuto la visione del serafino, al termine della quale nelle sue mani e nei piedi cominciarono a comparire gli stessi segni dei chiodi che aveva appena visto in quel misterioso uomo crocifisso (FF 485). L’episodio è confermato dall’annotazione di frate Leone sulla chartula autografa di Francesco (attualmente conservata in un reliquiario presso il Sacro Convento di Assisi): Il beato Francesco, due anni prima della sua morte, fece una quaresima sul monte della Verna…e la mano di Dio fu su di lui mediante la visione del serafino e l’impressione delle stimmate di Cristo nel suo corpo (FF p. 176 nota).

«Laudate et benedicite mi Signore, et rengratiatelo et serviatelo cum grande humilitate»

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San Francesco

Nell’ultimo biennio di vita di Francesco si colloca anche la composizione del Cantico di frate sole (o Cantico delle creature). Sono anni questi in cuiFrancesco è sempre più tribolato dalla malattia (soffriva di gravi disturbi al fegato e di un tracoma agli occhi). Quando le sue condizioni si aggravarono in maniera definitiva Francesco fu riportato alla Porziuncola, dove morì nella notte fra il 3 e il 4 ottobre 1226. Il giorno seguente il suo corpo, dopo una sosta presso San Damiano, fu portato in Assisi e venne sepolto nella chiesa di San Giorgio.

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Frate Francesco d’Assisi fu canonizzato il 19 luglio 1228 da Papa Gregorio IX. Il 25 maggio 1230 la sua salma fu infine trasferita dalla chiesa di San Giorgio e tumulata nell'attuale Basilica di San Francesco fatta costruire celermente da frate Elia su incarico di Gregorio IX tra il 1228 e il 1230.

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"Poesia.."

"L'uomo e il Mare.."

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Uomo libero, tu amerai sempre il mare!
Il mare è il tuo specchio; contempli la tua anima
Nello svolgersi infinito della sua onda,
E il tuo spirito non è un abisso meno amaro.
Ti piace tuffarti nel seno della tua immagine;
L'accarezzi con gli occhi e con le braccia e il tuo cuore
Si distrae a volte dal suo battito
Al rumore di questa distesa indomita e selvaggia.
Siete entrambi tenebrosi e discreti:
Uomo, nulla ha mai sondato il fondo dei tuoi abissi,
O mare, nulla conosce le tue intime ricchezze
Tanto siete gelosi di conservare i vostri segreti!
E tuttavia ecco che da innumerevoli secoli
Vi combattete senza pietà né rimorsi,
Talmente amate la carneficina e la morte,
O eterni rivali, o fratelli implacabili!

"Charles Baudelaire"
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☠"Non Scherzare con gli Scheletri"☠

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Benvenuti nel mio Blog

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(32) - "In molti vivono.." " "Rosario F."

(32) - "In molti vivono.." " "Rosario F."
In molti vivono per la sovrabbondanza, io vivo con l'eleganza e con la spiritualità, che ha la sua importanza.. "Rosario F."

"Mário de Andrade" La mia anima ha fretta..

"Mário de Andrade" La mia anima ha fretta..
"LA MIA ANIMA HA FRETTA." Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora. Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente. Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto. Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che, nonostante la loro età cronologica, non sono cresciute. Il mio tempo è troppo breve: voglio l’essenza, la mia anima ha fretta. Non ho più molti dolci nel pacchetto. Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi e che si assumano le proprie responsabilità. Così si difende la dignità umana e si va verso la verità e onestà È l’essenziale che fa valer la pena di vivere. Voglio circondarmi da persone che sanno come toccare i cuori, di persone a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima. Sì, sono di fretta, ho fretta di vivere con l’intensità che solo la maturità sa dare. Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti. Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora. Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza. Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una. "Mário de Andrade"

"Mário de Andrade"

"Mário de Andrade"

"Paul Claudel" Nell'atto di fede..

"Paul Claudel" Nell'atto di fede..
Nell'atto di fede c'è sempre un momento in cui bisogna chiudere gli occhi e buttarsi in acqua con cuore intrepido e senza garanzia apparente. "Paul Claudel"

"Paul Claudel"

"Paul Claudel"

"BENEDIZIONE DEL GIORNO" (Gesù Yeshùa)

"BENEDIZIONE DEL GIORNO" (Gesù Yeshùa)

"Osho Rajeneesh" Il Paradiso e L'inferno..

"Osho Rajeneesh" Il Paradiso e L'inferno..
Il paradiso è qui, devi solo sapere come viverlo. E anche l'inferno è qui, e sai perfettamente come viverlo. E' solo questione di cambiare la tua prospettiva, il tuo approccio alla vita.. "Osho Rajneesh"

"Osho Rajneesh"

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💀 "PER NON DIMENTICARE" Accendi una candela 🕯 virtuale, è un modo per esprimere il tuo amore..❤️✔

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☦ (CLICCA SULL' IMMAGINE) Accendi una candela 🕯 virtuale, è un modo per esprimere il tuo amore, ❤️ e un ricordo, verso chi ci ha lasciato 💀 ai nostri occhi, 👀 ma vi assicuro, che è sempre presente nella nostra vita.. ✔ Coloro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, sono solo degli invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria puntati nei nostri pieni di lacrime. ✔ "Agostino d'Ippona" (Sant'Agostino)

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"Osho Rajneesh"✓ L’unico Dio è la vita stessa..

"Osho Rajneesh"✓ L’unico Dio è la vita stessa..
Non è giusto credere che Dio sia un’entità al di fuori di noi. Noi ne siamo parte, e la nostra vita è il bene più prezioso che abbiamo.. "Osho Rajneesh"

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🏆 N° (1) ATTESTATO DI RICONOSCIMENTO DEL BLOG "Il Senso Dell'Esistenza..ღ "

Questo riconoscimento 🎫 viene attribuito ai siti, blog o forum che essendo stati votati dal pubblico, sono riusciti a posizionarsi in...

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